Abili a proteggere intervista Paolo Ruffini

Davvero "speciale" l'ottavo appuntamento di #NienteDiSpeciale con Paolo Ruffini, attore, conduttore televisivo, regista e autore, in scena al Teatro Brancaccio con lo spettacolo "Up&Down"

La redazione di Abili a proteggere ha intervistato lunedì 26 novembre Paolo Ruffini, prima dell'inizio dello spettacolo "Up&Down" andato in scena a Roma presso il Teatro Brancaccio, con la regia di Lamberto Giannini. Particolarità di questa simpatica intervista, il desiderio dell'attore e del regista di coinvolgere in questa informale conversazione anche gli attori della compagnia Mayor Von Frinzius, sul palcoscenico con Paolo Ruffini nello spettacolo Up&Down. 

L'intervista è pubblicata oggi 3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità, istituita dall’ONU nel 1992 per promuovere il sostegno all’inclusione delle persone con disabilità in tutto il mondo. Tema del 2018 "Empowering persons with disabilities and ensuring inclusiveness and equality", empowerment delle persone con disabilità garantendone inclusione ed uguaglianza, al centro anche della sessione di apertura dell’ultima giornata del Forum europeo per la riduzione dei rischi 2018. 

Come nasce il progetto "Up & Down"?

Questo progetto nasce da un'amicizia che è quella che mi lega a Lamberto, cui poi passerò volentieri il microfono. Quattro anni fa ci siamo trovati e ci siamo detti ma perché non ci mettiamo d'accordo e facciamo uno spettacolo con la tua compagnia e con delle mie follie? Così è nato "Up & Down", che sta diventando un progetto, perché è teatro, è film, forse riusciremo anche ad avere un progetto editoriale. Quindi più che uno spettacolo diventa qualcos'altro: è qualcosa che sfugge da uno schema, che va fuori dai sipari, va fuori anche dagli schermi televisivi, siamo dirompenti, siamo felici, non ci vergogniamo di esserlo, e dove possiamo andare a depistare qualcuno proponendo qualcosa di bello, un valore come la felicità, ci fa piacere. Se vuoi ti faccio raccontare da Lamberto che sono vent'anni che lavora con questa compagnia.

Lamberto, ci parli un po' dello spettacolo?

La compagnia esiste da 22 anni, Paolo tutti i Natali mi diceva che dovevamo fare qualcosa insieme poi quando non ci credevo più è arrivato e abbiamo portato una decina di ragazzi tra attori disabili e non in questo progetto, che è un progetto sostanzialmente di rottura. Nel senso che i ragazzi distruggono lo spettacolo di Paolo e io prima di fare questo spettacolo mi sono confrontato con il guru della compagnia, un saggio, Federico Parlanti, che è anche il commercialista.
Perché hai voluto partecipare a questo progetto? Perché è un progetto normale.
Quindi essendo un progetto normale si poteva fare anche una vita normale, dei sogni normali, che non esistono, vero? Esatto.
Quindi questo spettacolo non ...? Non esiste!
Quindi è un'invenzione ogni volta nuova.

"Up & Down" è anche un docufilm. 

Noi siamo stati molto felici anche di proporci al cinema perché fondamentalmente abbiamo capito che la nostra indagine interessava anche qualcun altro. Un film normale era un film sulla normalità, che non vuol dire un film sulla sindrome di down, ma con persone che affrontano questo tema. Molto spesso il tema della disabilità viene preso o di petto o con riverenza, noi non ci siamo posti il problema e quindi abbiamo fatto un film su quello che è normale o non normale oggi.
Non so voi ma io questa settimana ho sentito parlare solo di Black Friday e nessuno sapeva cosa fosse
però andava di moda dire che c'era il black friday. Se si fosse veicolato un concetto di parità con la stessa violenza con cui è stato veicolato a livello massmediale il black friday a quest'ora saremmo tutti più buoni. È incredibile ma è come se ad un certo punto alcuni valori non interessassero più, non vendessero più. Noi invece siamo la testimonianza che ci può essere sempre un'attenzione riguardo a questo.

Cosa è la disabilità?

Nel film ad un certo punto la mamma di Davide dice una cosa bellissima, la libertà di essere disabili.
Cioè la libertà di essere se stessi senza la paura che qualcuno ti giudichi, che chiunque ti giudichi, cosa che ora con questa grande attenzione che c'è sui social e questa scarsa attenzione che c'è sul sociale uno è portato a volte a nascondersi per paura di essere commentato.
Io ad un certo punto nello spettacolo dico che il disabile non è qualcuno che non si sente abile a..., ma è qualcuno che incontra per strada qualcun altro che gli dice che non è abile a... Quindi fondamentalmente la disabilità è una condizione che per banalizzazione si dice, in un caso come il tuo o come in altri, ma credo che fondamentalmente ognuno di noi viva una disabilità continua, quotidiana con cui dover lottare e questa disabilità può essere mentale, fisica, può essere patologica, psichiatrica.
L'unica cosa è la volontà non di cambiarsi ma di migliorarsi. Allora a quel punto la tua disabilità non diventa un "dis" ma diventa un'abilità, diventa un quid, un plus valore che nessun altro al mondo può avere, senza pensarci, è una roba che ti riguarda.

Paolo Ruffini, attore cinematografico e teatrale, conduttore televisivo, regista e autore.

Mayor Von Frinzius, compagnia teatrale livornese nata nel 1997, collabora con l’associazione Haccompagnami ed è diretta da Lamberto Giannini. È composta da 97 attori, metà di essi sono persone con disabilità. Allo spettacolo Up&Down prendono parte sei attori di questa compagnia: uno di loro è autistico e gli altri cinque con la Sindrome di Down.

La redazione di Abili a proteggere ringrazia Paolo Ruffini ed il suo ufficio stampa per il tempo e la disponibilità dimostrata e per proporre al grande pubblico spunti di riflessione sul tema della disabilità. 

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